CMA > Il breve volo della Fenice

Livia Zanichelli 7/03/2011

Asc Fenice – Pol. Roma7 Volley 1-3
(17/25; 25/17; 19/25; 27/29)

Asc Fenice: Giovannercole; Corvaglia; Palumbo 2; Pilieci 1; Giovannini (K)11; Furia; Santoro (L); Ferlito; Gabrieli 5; Alesci 5; Umbro 24; Esposito 1. All.: Antonazzo
Battute sbagliate: 15; Ace: 2; Muri: 7
Pol. Roma7 Volley: Artibani 5; Cesaretti 2; Codispoti; Costantini 1; D’Alessio; Guardati; Iosca (L); Lupo; Morelli 9; Rosati 1; Scotti (K) 16; Tullio 7. All.: Morelli; Verdino
Battute sbagliate: 12; Ace: 3; Muri: 13
Arbitri: Cassisi; Segnalini
Top scorer: Umbro (Asc Fenice)

La Pol. Roma7 Volley si aggiudica il match di ritorno contro l’Asc Fenice. Qualche difficoltà per i ragazzi di coach Morelli che non riescono a replicare il 3-0 dell’andata ma che grazie alle indiscutibili doti tecniche trionfano sugli avversari con un combattuto 1-3.
Fischio d’inizio: si aprono le danze e le due formazioni cominciano quest’insolita lotta dall’esito prevedibile ma dall’andamento inaspettato e altalenante. Fin dal primo momento Roma 7 mostra una voglia agguerrita ed irrefrenabile di ricordare alle Fenici chi è che comanda e chi è che nel match di andata è rimasto irrimediabilmente bruciato dalla furia sportiva dei bianco-rossi. Così, senza troppi convenevoli, la squadra ospite inizia questo match in vantaggio, sfoggiando da subito un attacco preciso, deciso e potente nonché una concentrazione fissa ed intensa, tanto intensa da sfiorare il nervosismo: 0-3. Un avversario ben più rilassato fa capolino da una visibile inferiorità tecnica, ma in poco tempo riesce a farsi largo nella battaglia: l’arma più efficace dell’Asc Fenice è l’entusiasmo sportivo, un ridente entusiasmo accompagnato dalla calma consapevolezza che sarà quasi impossibile portare a casa questo match. Un’arma insolita sì, ma abbastanza efficace da permettere ai padroni di casa di giocarsi punto a punto la prima fase di questo set, mantenendosi ad un passo di distanza dagli avversari: 10-11. La Fenice raggiunge il giusto equilibrio tra concentrazione e grinta, tra attenzione e voglia di vincere; dall’altra parte della rete, Roma 7 appare ancora bloccata da una tensione limitante e pericolosa. Ma sebbene la formazione bianco-rossa si conceda più errori di quel che dovrebbe, malgrado il nervosismo che a volte impietrisce i ragazzi di Morelli, la Fenice non riesce a colmare il divario tecnico che la separa dagli avversari: gioca, combatte ma inevitabilmente si ferma poco dopo la metà del percorso mentre la formazione ospite corre via e finalmente porta a casa questo parziale per 17-25.
Il primo set è andato ma la Roma 7 ha bisogno di calmarsi e di guardare lucidamente all’obiettivo vittoria se davvero vuole portare a casa il match. Purtroppo, al momento, la squadra ospite sembra aver perso la propria stella polare, il proprio scopo, sembra aver perso se stessa, tanto che i padroni di casa si appropriano con prepotenza delle redini del match: quattro muri consecutivi dell’Asc Fenice bloccano l’attacco nemico, spiazzano gli avversari e permettono ai nero-arancio di maturare un vantaggio di tre punti destinato ad aumentare inesorabilmente. Sul 6-3 Roma 7 è ancora attanagliata da un’agitazione tesa e nervosa che non riesce a scrollarsi di dosso: gioca ma non come sa fare la Roma 7; esulta ma non abbastanza; è sì una formazione, ma non una squadra. I ragazzi di Morelli appaiono ora come pedine senz’anima di una scacchiera senza re e il loro svantaggio non può che aumentare pericolosamente: 14-8. La Fenice ne approfitta, sfruttando la carrellata di errori che gli avversari proprio non riescono ad evitare: 20-11. Il recupero sembra ormai impossibile e sembra anche impossibile che Roma 7 riesca a trovare la giusta forza d’animo per ricominciare a scalare la montagna dello svantaggio: e così gli sguardi di rabbiosa rassegnazione assistono ormai inermi al volo della Fenice che si posa trionfante su uno sbalorditivo 25-17.
Per il terzo parziale, Roma 7 opta per un’entrata in scena decisamente più in linea con le sue doti. La squadra di Morelli sembra più fresca, più energica e soprattutto sembra finalmente una squadra, tanto che riesce a riprendersi quel vantaggio che nel secondo set sembrava sparito dalla lista delle sue priorità: 4-7. Ciò che può rappresentare un pericolo serio per questa squadra sono solo i suoi limiti caratteriali: l’equilibrio psicologico precario dei bianco-rossi fa sì che questa formazione riesca ad ingranare solo se ha già ingranato; che riesca a far faville solo quando è già in vantaggio, per poi affossarsi quando gli avversari mostrano un barlume di carattere. In una situazione del genere l’importante diventa gareggiare con la concentrazione e la determinazione di una falange oplitica: bisogna giocare, attaccare, bucare la difesa avversaria senza mai lasciare al nemico la possibilità di prendere fiato. Roma 7 riesce a fare tutto questo a tratti raggiungendo un incoraggiante 12-17; ma al primo errore, al primo punto che la Fenice riesce a portare a segno, una patina di buia rassegnazione oscura i volti dei bianco-rossi. Dal canto suo l’alata padrona di casa gioca, ma in sordina: si è lasciata alle spalle l’exploit del secondo set, riuscendo tuttavia a far sentire la sua ormai flebile voce. Per sua fortuna Roma 7 riesce finalmente a percorrere a dovere l’unica strada che possa ovviare ai limiti caratteriali di una formazione tecnicamente impeccabile: la squadra ospite non lascia spazio agli avversari, li mette in ginocchio, soffocando  prepotentemente gli ultimi tentativi della Fenice di spiccare il volo e aggiudicandosi questa battaglia per 19-25.
La Fenice inizia il quarto parziale in vantaggio. Brutto, funesto presagio per la Roma 7, che tuttavia questa volta non cede tanto facilmente al richiamo della rassegnazione e rincorre tenacemente gli avversari: 7-6. La padrona di casa freme per replicare la prestazione del secondo set e affronta questa battaglia con una rinnovata grinta. Così la Fenice mantiene il vantaggio e già la rabbia impotente di Roma 7 fa capolino dal campo bianco-rosso: errori frequenti ed immotivati, occasioni sprecate, nervosismo dilagante rischiano di far ricadere nel baratro i ragazzi di Morelli. Dall’altra parte la Fenice ci mette tutta l’energia possibile per portare a casa anche questo set e malgrado limiti tecnici ed imprecisioni riesce a raggiungere il 18-15. Ma stavolta Roma 7 non ci sta a lasciarsi sopraffare dagli avversari: combatte strenuamente e si lascia alle spalle quello svantaggio che tuttavia per le sue doti tecniche e fisiche, avrebbe dovuto superare già da tempo e con molta meno fatica. Ma ora non è tempo di pensare al passato; ora per Roma 7 è il momento di tirare fuori tutte le armi atletiche e caratteriali che possiede e di farle funzionare al meglio; ora è il momento buono e solo ora: 20-20. Certo è che l’epilogo di questo match non poteva che essere il degno coronamento di tutta la partita: il gran finale non poteva che essere una lotta all’ultimo sangue, uno scontro punto a punto tra la tecnica impeccabile di una squadra caratterialmente ancora fragile e l’entusiasmo dilagante di una formazione consapevole dei propri limiti, che affronta col sorriso sulle labbra quel 27-29 inevitabilmente inflittogli dalla superiorità avversaria.