3DF> Dream Team, all’inferno e ritorno

Giacomo Giusti
Addetto Stampa Dream Team Roma

La seconda compagine femminile di Verderocca supera al tie-break il Pietro Verri dopo aver cancellato due match point nel quarto set
Film “I due carabinieri”, pellicola del 1984, diretta da Carlo Verdone ed interpretata fra gli altri dello stesso attore romano, da Enrico Montesano e da Massimo Boldi. Scena della valutazione del test di ingresso dell’aspirante carabiniere Glauco Sperandio (alias Enrico Montesano).
Valutatore “Adesso leggo testualmente la domanda 19: Lei come giudica se stesso: attivo, ribelle, generoso, affabile, energico, sincero, pignolo, fiducioso, timido, ottimista, polemico, ambizioso, riflessivo, sognatore, prudente, maturo. Lei poteva mettere una o più croci, ha messo la croce su tutto!”
Glauco Sperandio: “E perché io me sento un po’ tutto Signor Maggiore.”
Valutatore: “Non le sembra di essere diciamo… un po’ contraddittorio?”
Glauco Sperandio: “Bravo! Ecco la parola che me mancava, che ce volevo mette, che so anche contraddittorio, scriva! Perché vede, io vado a giornate, certi giorni… eh e certi giorni, insomma c’ho un carattere variegato”
Al di la dell’introduzione di stampo cinematografico i termini contraddittorio e variegato sembrano essere decisamente idonei per descrivere le imprese della Terza Divisione Femminile della Dream Team Roma nella gara vinta al tie-break contro Pietro Verri valida per la quinta giornata del girone F del campionato Open andata in scena al Pallone Mancini34. Tante partite in una. Un vasto spettro di aggettivi spendibili (in una scala che potrebbe andare da esaltante a inguardabile) per una partita che ha riservato una serie di colpi di scena che l’hanno resa alla fine complessivamente godibile soprattutto nelle fasi finali di un quarto set che definire rocambolesco è fin troppo semplicistico. Venendo al susseguirsi degli eventi del lungo pomeriggio di Via Francesco Pellegrini, Luca Liguori tecnico della seconda formazione “rosa” di Via Sebastiano Satta poteva contare sul recupero del centrale Dell’Agnello ma perdeva il libero Viscogliosi con conseguente promozione nel ruolo della semi esordiente Emili a cui veniva affiancata Gargano in regia, la oramai consueta accoppiata capitan Paciotti-Petitta nel ruolo di martello, Chiarilli opposto con la già citata Dell’Agnello e Casini come coppia centrale. Una formazione nella quale avrebbe poi rivestito un ruolo tutt’altro che secondario anche Francesca Bruni che chiamata a partire dal secondo set a sostituire Gargano (salvo una parentesi nel terzo tempo in cui la regista irpina ha ripreso il suo posto) si è cimentata prima nel ruolo di palleggiatore invertendo poi la sua posizione con quella di Chiarilli, mossa che ha rappresentato un po’la quadratura del cerchio. Esordio di gara che più facile di così è difficile immaginare. Un lunghissimo turno di battuta di Petitta (durante il quale era la stessa numero 15 giallo-blu a mettersi in evidenza con due servizi vincenti consecutivi) contribuiva a far scattare dai blocchi di partenza in modo repentino le ragazze di casa che in un batter d’occhio salivano sul 10-2. Un approccio che costituiva la chiava di volte del set. Le ospiti non solo non riuscivano a rientrare ma al massimo riuscivano a portarsi sul -5 (sull’11-6) cedendo poi progressivamente fino alla fine giunta sul 25-13 alla prima occasione utile grazie a Paciotti. E fin qui la parte esaltante della contesa. Secondo e terzo set invece erano maggiormente inclini verso il concetto di inguardabile e l’unica distinzione che può essere fatta fra questi due periodi era l’estensione temporale dell’inguardabilità che si poteva definire parziale nel secondo tempo e totale nel terzo. Andando in ordine di successione degli eventi possiamo dire che il secondo parziale dopo un inizio piuttosto in bilico prendeva la strada delle ragazze ospiti a seguito di un break di 2-8 che le portava avanti di cinque lunghezze sul 6-11. Un margine che veniva ulteriormente consolidato dopo un timido tentativo di rientro da parte di Paciotti e C con un nuovo strappo di 0-8 che portava lo score sul 10-21. Il meccanismo che fa si che questo secondo tempo possa essere definito meno inguardabile del terzo consiste nell’aver osservato ancora una volta come questa squadra quanto meno lotti fino alla fine prima di dichiararsi sconfitta. Il 10-21 che di solito rappresenta una garanzia di agevole successo non si configurava infatti come tale visto che le ragazze di casa rispondevano allo schiaffo che aveva generato questo allungo conquistando nove dei dieci punti successivi riportandosi quindi a -3 sul 19-22 e addirittura a -2 sul 21-23. Ed esattamente come nell’ultima uscita contro Tiburtina 2003 l’unica cosa che mancava era lo spunto finale. Le ospiti sia pure con fatica conquistavano gli ultimi due punti della frazione e chiudevano 21-25. Del terzo set come già accennato sarebbe meglio non parlarne. Brutto dall’inizio alla fine con il Pietro Verri che si involava subito sull’1-6 approfittando di una difesa decisamente balbettante piazzando poi un altro parziale di 1-5 che traghettava lo score sul 10-18. Situazione alla quale questa volte le ragazze di patron Anna Di Ludovico riuscivano a reagire soltanto parzialmente portando a casa i quattro successivi punti ma consegnando alle rivali sette dei successivi otto consentendo loro di chiudere sul 15-25 alla prima occasione utile. Il quarto set era decisamente il più avvincente di tutto il pomeriggio di Cinecittà. Vissuto punto a punto fino al 12-12, esso viveva una fase apparentemente decisiva allorquando la Dream Team Roma (trascinata in questa fase soprattutto da Bruni già spostata nella posizione di opposto) riusciva a piazzare un parziale di 8-3 che le dava il massimo vantaggio del set sul 20-15. Una situazione della quale però la squadra di casa non sapeva approfittare subendo una contro fuga di 2-9 che dava alle ospiti addirittura due possibilità di chiudere il match. Ma da qui in poi le ragazze di casa tornavano ad essere irresistibili come all’inizio e nell’ordine annullavano i due match point grazie a Casini e Bruni, si procuravano un set point grazie ad un ace di Dell’Agnello, concretizzavano questa occasione grazie ad un errore in attacco del Pietro Verri e dominavano infine il tie-break chiudendolo 15-4 alla prima occasione utile grazie a Chiarilli. In pratica una sorta di riedizione del film “All’inferno e ritorno”. Da una quasi certa uscita dalla gara con nulla in mano a due punti che fanno molto bene al morale di una squadra che anche in questa occasione ha dimostrato quanto meno che il carattere non manca. Dopo le due miracolose rimonte contro Tiburtina 2003 che solo per poco non si sono concretizzate, se ne sono aggiunte altrettante in questa gara di cui una (magari più facile da un punto di vista quantitativo ma certamente più complessa da quello psicologico) coronata con un successo fondamentale. I  punti conquistati adesso come adesso (ma anche se fosse arrivata la posta piena il discorso sarebbe cambiato poco) sono utili più che per un discorso di classifica semplicemente per migliorare la consapevolezza che queste ragazze possono giocarsela con tutti più o meno ad armi pari in un campionato che ha dimostrato anche in questa giornata il suo elevato tasso di incertezza. La prossima sfida che attende le ragazze di Verderocca (ora a quota cinque punti in graduatoria) è di quanto più stimolante ci possa essere sia per la forza dell’avversario che per la location dove si svolgerà la gara. Sabato 12 marzo 2011 alle ore 19.30 la squadra di Luca Liguori affronterà il Cus Roma presso il Centro Sportivo dell’Università “Sapienza” di Piazzale del Verano, 27. Una sfida il cui esito contribuirà a dare una impronta decisamente più connotata a quello che dovrebbero essere gli obiettivi stagionali di questa formazione. Chiudendo con il tema delle individualità la discontinuità di prestazione che è emersa può essere attribuibile praticamente a tutte le protagoniste. Tanto per fare un esempio i martelli Petitta e Paciotti hanno chiuso le prime due frazioni con uno score complessivo di diciassette punti (undici dei quali arrivati dal capitano) limitandosi poi a metterne insieme solamente dieci negli altri tre conditi peraltro da numerosi errori. La scelta del migliore in campo è quindi condizionata da queste considerazioni e deve limitarsi necessariamente a chi ha dimostrato di risentire meno di questa alternanza di rendimento. E secondo questo criterio di valutazione la scelta non può non cadere su Aura Chiarilli. Queste le parole di Mister Liguori al termine della contesa che enfatizza come il risultato sia in effetti più utile per il morale prima che per altri aspetti “Ritroviamo la vittoria ed il sorriso nonostante le tante assenze, questo era importante per riprendere la marcia ed approcciarsi con determinazione alle prossime partite che ci aspettano. Sono contento perché stavolta c’è stata reazione ed orgoglio”.
Dream Team Roma-Pietro Verri 3-2
(25-13, 21-25, 15-25, 26-24, 15-4)
Dream Team Roma: 24 (K) Paciotti 16 p.ti; 15 Petitta 11 p.ti; 14 Bruni 6 p.ti; 8 Casini 6 p.ti; 17 Dell’Agnello 10 p.ti; 12 Piselli NE; 7 Chiarilli 14 p.ti; 2 (L) Emili (L1); 11 Gargano 1 p.to. Allenatore: Liguori. Allievo Allenatore Praticante: Peluso. Team Manager: Allegrini
Durata set: 17’, 25’, 21’, 26’, 10’. Durata complessiva incontro: 1h 39’