2DF> Italo Svevo, Un ballo in maschera

Sergio Gaviglia
Ufficio Stampa

Un’altra vittoria per le ragazze di Gentile che espugnano Velletri 3-1. Settima vittoria in 8 partite!

Questa volta, cari i miei pervicaci quattro lettori, inizierò la mia usuale “non cronaca” della gara, prendendo ispirazione dalla famosissima opera lirica di Giuseppe Verdi.  Senza assurgere ai toni della tragedia che si svolge a Boston nel 1600, la prestazione delle “secondine” del duo Gentile e Betta Crocitti, fa pensare spesso (non solo oggi) ad una innata attitudine a mascherarsi. E’ una chiara propensione al mimetismo quella che, a mio parere, contraddistingue la squadra bianco blu. Un mimetismo e un camaleontismo che rendono spesso indecifrabili le prestazioni delle svevoline. Dopo aver assistito a tutte le gare delle ragazze di Alessandro Gentile, credo di aver  finalmente compreso quale è la spiegazione dell’andamento, spesso al cardiopalmo,  delle nostre ragazze. A volte hai la sensazione di essere a Disneyland;  su una delle emozionanti, mozzafiato montagne russe che tanto attraggono piccoli e grandi nel regno del divertimento più famoso al mondo.  Il ballo, cui facevo cenno nell’introduzione, è lo svolgimento di ogni gara di questo, oltremodo appassionante,  campionato. E’ ovviamente una metafora che vuol esprimere l’altalena, vorticosa a volte, delle prestazioni delle nostre “secondine”. La maschera, invece, è quella singolare capacità che sottolineavo poche righe sopra. La voglia di non mostrare agli osservatori interessati il proprio vero volto. Anche oggi abbiamo notato la presenza del coach di Borghesiana, prossimo avversario dell’Italo Svevo e diretto concorrente ad una delle due posizioni utili per il passaggio, diretto o attraverso i play off, in prima divisione. Non è la prima volta che l’allenatore della squadra di Via Lentini si sobbarca trasferte per scrutare la formazione della zona di Don Bosco. Questa “scampagnata” a Velletri poi è stata davvero importante perché sottolinea, se mai ce ne fosse bisogno, come non sia facile avere le idee chiare su quale è la vera Italo Svevo.  Non si va fino a Velletri per visionare ulteriormente una squadra che hai veduto in  svariate occasioni. Perché ci si sposta per ri-vedere una squadra che oramai dovresti conoscere a menadito? La risposta è nelle considerazioni fatte prima: la maschera, il mimetismo. Il giudizio sulle prestazioni della italo Svevo è sfuggente, inafferrabile. Ti passa tra le dita come la sabbia fine di una spiaggia esotica. Credi di averla afferrata, la stringi nel pugno sicuro di possederla, di averne colto gli aspetti, di poterla pressare per modellarla a tuo piacimento e….. puff ti ritrovi con il nulla nelle mani.  Quello che un attimo prima credevi aver domato,  è andato, volato via. Si è trasformato in qualcos’altro. Tutto questo trasformismo è la forza, a volte anche il suo esatto contrario, della Italo Svevo. Affronti il Velletri che naviga in retroguardia con meno della metà dei punti che rappresentano il tuo gruzzolo? Perché mostrare i muscoli e “asfaltare”  le ragazze veliterne? Perché quello è quanto tutti si aspettano ma non si vuole essere banali. Le domande che un osservatore, interessato o meno, si potrebbe porre sono: è la ricezione il problema, o meglio, il punto debole? E’ l’attacco il punto di forza della italo Svevo? Si. O invece no? Chi deve preparare una gara contro le svevoline deve preoccuparsi delle bocche da fuoco che il duo Gentile Crocitti possono schierare oppure è la ricezione ad essere un fondamentale su cui martellare per scardinarne il morale? Ebbene , cari amici, le risposte stanno nel camaleontismo delle dodici giocatrici del quartiere tuscolano.  Anche a Velletri, e qui passo a narrarvi della gara del 22 Aprile, il ballo (cioè la prestazione) è andata in scena con ampio utilizzo di “masquerade” ma anche di cose apprezzabili dal punto di vista pallavolistico. Il primo set, iniziato con 20 minuti di ritardo rispetto al previsto a causa del protrarsi della gara precedente, è stato per cortesia di ospiti, ad appannaggio della squadra di casa. Una sorta di regalo per chi ospitava le nostre ragazze. Siamo una squadra che ha alti valori etici e quindi il bon ton ha suggerito di “regalare” emozioni a tutti e il set alle avversarie. Detto in confidenza, di queste emozioni ne faremmo volentieri a meno. 25 a 23 in 25 minuti e il bon ton viene archiviato e messo a referto. Da adesso però bisogna iniziare a fare sul serio. Secondo set che inizia con una P1 e con una breve flessione che porta le “velletranelle” al pareggio sul 10 a 10, ma che poi vede ripartire le bianco blu e non fermarsi fino al 25 a 21 messo a referto in 27 minuti.
Bene. Così si comincia a ragionare da Italo Svevo e come i due coach, head e assistant, auspicano. Manca ancora un po’ di quel sano cinismo che ti porta ad agguantare la giugulare e non mollare la presa. Ma l’ho detto prima è spesso il bon ton che prevale sulla necessità di asfaltare le avversarie. Terzo parziale e si inizia in P2 in attesa del servizio delle avversarie. Ragazze di casa che vanno in lieve vantaggio ma che vengono raggiunte su 9 a 9 per essere sorpassate e lasciate dietro senza più grossi regali. La frazione viene messa in cascina in 25 minuti con il punteggio di 25 a 21 per le nostre “secondine”. Si parte nel quarto, che ci si augura sia l’ultimo, set in una classica P1 e si procede con una sicurezza più fluida anche se sul 10 a 10 c’è il momentaneo ma fugace pareggio. Si riprende la marcia spedita verso la vittoria che viene messa a referto dopo 24 minuti e con un chiaro 25 a 19. Quarto parziale in cassaforte e fine del ballo mascherato.
Una bella nota va sottolineata nella presenza mai così numerosa e partecipata di supporters della Svevo.
Genitori e non che hanno vissuto con pieno trasporto la prestazione delle nostre “secondine” dando vita ad un prolungato, sentito e meritato applauso al termine della gara.  
Poi, sulla strada del ritorno, una bella serata pizza no-stop ha concluso in bellezza la gita ai castelli.
Non amo, e i soliti frequentatori di queste mie riflessioni lo sanno bene, mai fare nomi perché per me il nome è uno solo: la squadra. Anche ieri, ma non c’era bisogno di conferme, coloro che sono state impiegate di meno hanno contribuito al successo col calore dell’incitamento e con la serenità di chi sa di essere comunque parte, e fondamentale, della compagine. Come sempre accade quando una squadra riesce ad avere una amalgama così solida da far fronte comune contro le avversità che durante una stagione si presentano, nessun obiettivo è precluso. Forza allora, sotto a chi tocca e quando si potrà gettare definitivamente la maschera si potrà vedere un volto sorridente e pieno di gioia vera perché …………   a voi ragazze mie, la rima!
Come righe finali, vorrei sottolineare un aspetto molto importante e che qualifica sempre di più l’attenzione che la Italo Svevo tutta, sta mettendo a livello di sicurezza e salute. Qualcuno di voi saprà che il CONI e la Regione, attraverso l’opera di selezione operata dalle associazioni Alessandro Bini per lo sport sicuro e dalla Giorgio Castelli onlus, alla Italo Svevo (unica società di pallavolo in Roma), è stato assegnato un defibrillatore. Cinque tra dirigenti e allenatori, avendo frequentato il relativo corso di addestramento, hanno ottenuto l’abilitazione  come operatori laici all’uso dell’apparecchio. Questo apparecchio da Sabato è presente nella palestra di Via Publio Valerio e sarà presente sui campi dove la Svevo giocherà. Nell’ovvio augurio che non debba mai essere utilizzato, credo sia importante sottolineare come una società che crede in certi valori che vanno oltre il solo risultato sportivo, riesce a crescere dando sicurezza ai propri atleti.