Beach Volley> Cicolari-Fipav: nè santi nè orchi

Non è una partita, nemmeno tifosi schierati per i loro beniamini. La querelle tra Greta Cicolari e la Fipav non deve essere interpretata come una regolar tenzone con i relativi padrini, partigiani, aficionados; se ne esce comunque male, il movimento e le parti in causa. Troppi gli elementi sconosciuti ai più, troppi i fatti non raccontati che impediscono un giudizio sereno ed obiettivo, una sola certezza: in questa escalation nessuno è esente da colpe. Ora sarà il momento delle carte bollate e forse una risposta la avremo tra qualche anno, nell’attesa possiamo sperare in qualche apertura su comportamenti che ad oggi risultano ancora oscuri. In primo luogo come mai un’atleta che partecipa ad un incontro con rappresentanti federali ed i “datori di lavoro” decide di registrare quanto sta avvenendo. Come mai un incontro che avrebbe dovuto vertere sulle modalità di coinvolgimento dell’atleta nei programmi federali abbia preso una china simile. Come mai questa registrazione sia uscita dal possesso dell’atleta e sia finita nella disponibilità di altri soggetti che ne hanno pubblicato solo un minimo stralcio, ad uso e consumo di intenti tutti da chiarire. Come mai ad un incontro simile non sia stato presente il responsabile legale della Federazione, ma un delegato che si rende colpevole di “eccesso di difesa” della propria istituzione. Come mai, tornando più indietro nel tempo, ci si affidò, visto il deterioramento dei rapporti, alla Cicolari per difendere il titolo europeo, a scapito di Marta Menegatti. Come mai chi è deputato a prendere le decisioni in nome e per conto di tutto un movimento non si sia mai espresso in forma chiara, precisa e puntuale su quanto stava accadendo, lasciando la funzione di capro espiatorio a delegati e “sottoposti”. Se ne esce male, tutti, considerando anche l’imbarazzo inevitabile dell’Aeronautica Militare, che consente a questi atleti di svolgere la propria professione sportiva e che si trova coinvolta suo malgrado. Il Beach Volley non è questo e non deve essere questo, è ora che tutti se ne rendano conto.

Marco Benedetti